Promuovere se stessi significa “gestire” il brand “called you” come un marchio al quale si vuole dare vigore. In un sistema sociale in continua evoluzione, nel quale l’imperativo è “essere rapidi”, questo approccio è una delle migliori strategie per differenziarsi e creare valore. Le Aziende sono fatte di persone, il brand assume connotazioni sempre più “umane”, i consumatori si aspettano di relazionarsi con una marca in grado di poter interagire con loro, che li porti in una dimensione esperienziale e che possa intraprendere un dialogo continuativo con il loro gruppo sociale di appartenenza. Il brand deve essere rappresentato dall’Uomo, dall’imprenditore, dal visionario che ne ha saputo disegnare i tratti essenziali. Pensate a cosa sarebbe Tesla senza Elon Musk ! Il manager incarna il DNA dell’Impresa, ne trasferisce i valori, è lui stesso il brand.
Il mercato del lavoro così come quello dei beni e della produzione si poggia, concretamente, sulle nuove modalità e tecnologie di comunicazione, che permettono di ampliare la propria rete di conoscenze e di informarsi ed essere informati con una rapidità impensabile fino a qualche anno fa. In questo scenario che cambia rapidamente nel quale muta il concetto di valore, diventa essenziale riuscire a differenziarsi per offrire, come un marchio, qualcosa in più rispetto ai propri competitors. Nel mercato del futuro sarà determinante avere figure in grado di promuovere se stesse e le loro unicità sia in ambito professionale che nei rapporti umani. I nuovi professionisti adotteranno strumenti e strategie che li porteranno a farsi cercare e “desiderare” come un prodotto.
Alla base della strategia di personal branding vi è la capacità di diversificarsi, innovarsi e creare valore, elementi fondamentali per uscire “dall’anonimato” e rendere il mio prodotto unico, che non vuol dire necessariamente “migliore”, ma differente perché costruito sulla mia storia, i miei valori e le caratteristiche tipiche che mi contraddistinguono.
Seth Godin nel suo celebre testo “La mucca viola. Farsi notare (e fare fortuna) in un mondo tutto marrone” sostiene che la migliore chiave per il successo è quella di differenziarsi dagli altri con un elemento o un particolare che sia, prima di tutto, memorabile ma anche parte intrinseca di noi stessi, come una competenza o un talento, una caratteristica unica che ci contraddistingua, personalità inclusa.
Stiamo vivendo l’epoca della “fluidità”, i consumatori sono attenti, consapevoli e molto più informati rispetto alle precedenti generazioni, essi giocano un ruolo fondamentale, sono coinvolti nel processo di costruzione della marca, si sentono parte attiva del processo, fanno da cassa di risonanza ai valori e agli ideali che il brand intende veicolare. Percezione, esperienza di acquisto ed emozioni sono centrali e vanno ben oltre il prodotto, tali aspetti diventano fondamentali per la costruzione di una nuova visione di marca. Le nuove tribù di consumo rappresentano un pubblico in grado di decidere e scegliere, ciò che conta maggiormente per loro è poter vivere un’esperienza che esprima la promessa della marca, che generi interesse rendendo l’atto di acquisto unico e capace di generare emozioni. Cosa provano i miei clienti quando si relazionano con la mia Azienda? Sanno chi siamo? Conoscono il nostro prodotto? Hanno scelto il nostro brand? Perché ci hanno scelto? Che tipo di emozioni suscitiamo?
Bravo Massimo
In questi tempi “liquidi” il brand ha il dovere e il compito di esaltare l’esperienza di acquisto che lasci soddisfazione . In questo modo, come dice Bertrand Cova , rafforza l’identità personale.
Giovanni Rana